terça-feira, 8 de setembro de 2009

Newsletter do Blog do Ale' Italia

 

Blog do Ale' Italia

Resiustenza: morto Enrico Massara, "Patriota Dell'Ossola"

Posted: 07 Sep 2009 04:09 AM PDT

(AGI) - Novara, 7 set. - Si e' spento nella sua casa di Novara, a quasi 91 anni di eta', Enrico Massara, ex-comandante partigiano e per oltre un decennio presidente dell'Istituto storico della Resistenza e della societa' contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola. Fino a pochi giorni fa era stato attivo nella difesa della memoria della Resistenza e nella diffusione dei suoi valori. Nato a Novara il 24 novembre 1918, Massara era stato socio fondatore e fu presidente dell'Istituto novarese dal 1986 al 1998. Maestro elementare, nel 1941 fu richiamato alle armi e dopo l'8 settembre 1943 raggiunse, sulle montagne del Verbano, il capitano Filippo Maria Beltrami, diventando comandante di distaccamento della "Brigata Patrioti Valstrona". Coinvolto, il 13 febbraio 1944, nella battaglia di Megolo in cui morirono Beltrami, Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta e altri nove partigiani, fu arrestato e picchiato, ma riusci' a fuggire, tornando in montagna e fondando, con Alfredo Di Dio, il gruppo "Patrioti Ossola", divenuto in seguito divisione "Valtoce". Dopo avere partecipato alla liberazione dell'Ossola, nel settembre 1944, fu internato in Svizzera, da dove rientro' solo a liberazione avvenuta. Nel dopoguerra aderi' al Partito socialista e fu sempre convinto assertore dell'unita' della Resistenza. "Lo avevamo incontrato a fine giugno scorso durante le riprese del film 'Novara 1922' - ricorda il direttore dell'Istituto storico novarese, Mauro Begozzi - e poi ancora il 16 agosto, al sentiero Beltrami e il 30 agosto alla commemorazione dei martiri di Vignale. Ancora a far progetti, ancora a dare suggerimenti, ancora a difendere la memoria della Resistenza. Sempre presente, pacato e saggio. Per noi rimarra' sempre il nostro indimenticabile 'Presidente'". I funerali si svolgeranno mercoledi' 9 settembre, alle 15,30, nella chiesa di S. Andrea, a Novara.

Berlusconi: «Non c'è libertà di stampa?

Posted: 07 Sep 2009 04:06 AM PDT

Berlusconi: «Non c'è libertà di stampa?Una barzelletta dei cattocomunisti»

«Per loro significa mistificare e insultare e quindi sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura»

Milano, Corriere della Sera - Non c'è libertà di stampa? «Una barzelletta di questa minoranza comunista e cattocomunista, che detiene la proprietà del 90% dei giornali». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha commentato le prese di posizione seguite alle sue azioni giudiziarie contro Repubblica e L'Unità. «Loro intendono la libertà di stampa come libertà di mistificare, insultare e calunniare e quindi sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura per difendere il principio importante della libertà di stampa - ha spiegato -. Se c'è un pericolo è quello degli attacchi alla riservatezza delle persone».

CAMPAGNA EVERSIVA - Secondo Berlusconi esiste una «feroce campagna eversiva» che punta alle dimissioni del governo e del presidente del Consiglio, auspicando - durante un'intervista telefonica a Maurizio Belpietro su Canale 5 - che si interrompa «qualsiasi campagna che attacca chiunque su basi false e calunniose». «Per quanto mi riguarda - ha sottolineato il premier -, oltre alla feroce campagna per chiedere di fatto le mie dimissioni contro la volontà del popolo, mi vedo attribuire quotidianamente delle cose che non ho mai detto e neppure pensato. L'ho detto e lo ripeto con forza: con questa informazione, povera Italia».


VOTO AGLI IMMIGRATI - Del «subdolo stratagemma dei comunisti» fa parte, secondo il premier, anche la proposta di allargare il diritto di voto agli immigrati (una proposta fortemente sostenuta dall'attuale presidente della Camera Gianfranco Fini): «Gli italiani hanno chiaro che Silvio Berlusconi difende la sicurezza di tutti gli italiani, evitando che i signori della sinistra aprano le frontiere a chiunque - ha sottolineato il premier -. Il risultato sarebbe un'Italia alle prese con un numero crescente di clandestini, cui la sinistra vorrebbe concedere nel giro di breve tempo la cittadinanza e quindi il diritto di voto. Con questo subdolo stratagemma i comunisti immaginano di garantirsi una futura preminenza elettorale».


RAPPORTI CON LA CHIESA - Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa, «e con chi la guida con prestigio», Berlusconi li definisce «eccellenti, sia del governo che miei personali» e - spiega - saranno consolidati nei prossimi mesi su questioni importanti come il testamento biologico. Il presidente del Consiglio ha quindi precisato che un incontro con il cardinal Bertone «non è in agenda»: «Non ne vedo la necessità, non ho mai chiesto incontri. Il sottosegretario Gianni Letta mantiene questi rapporti quasi quotidianamente». Dopo il caso Boffo - dice il premier - si sono dette «tante bugie»: «La stampa di sinistra e cattocomunista si è inventata tutti questi incontri che avrei chiesto ma io non ho chiesto nulla perché non c'era nulla da chiedere».


«MIO CONSENSO AL 70%» - Il premier ha poi ribadito che il consenso di cui gode nell'opinione pubblica non è in calo: «Sono orgoglioso di questi primi 14 mesi di governo, di cui è già stato dato un bilancio dagli elettori con i loro voti». «La maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me - spiega -, si riconosce in me e condivide i miei comportamenti. Poi gli italiani sanno che Berlusconi non ruba e non utilizza la politica per vantaggio personale. Inoltre difendo gli italiani da coloro che vorrebbero trasformare l'Italia in uno Stato di polizia tributaria».


CANDIDATURE ENTRO SETTEMBRE - Altro capitolo, i rapporti con la Lega e la questione delle candidature per le regionali del 2010. «Siamo in contatto ogni giorno, ma devo ancora fare una riunione con i dirigenti del Pdl per mettere a posto la strategia - ha detto Berlusconi al direttore di Libero, Belpietro -. Cominceremo a discuterne. Stiamo cercando i candidati migliori da mettere in campo. Per decidere ci siamo presi tutto il mese di settembre».


TENDOPOLI IN ABRUZZO - Settembre vede secondo il premier anche un'altra scadenza: entro la fine del mese, ha annunciato, nelle tendopoli dei terremotati in Abruzzo non ci sarà più nessuno ed entro fine anno sarà completata la consegna delle nuove case. «Il 15 settembre comincerò personalmente a consegnare le prime villette, i primi appartamenti e termineremo come annunciato entro l'anno. Questo che stiamo realizzando è un miracolo assoluto internazionale ed epocale».

Baile Imperial em Bento Gonçalves

Posted: 07 Sep 2009 03:51 AM PDT


Baile Imperial - 07/09/2009
Local: Hotel & Spa do Vinho Caudalie
Horário: 20:00


Receitas Originais de 1877 compõem a alta gastronomia do jantar durante o Baile Imperial neste feriado de Setembro no Vale dos Vinhedos. Os aclamados Chefs Fábio Lima e Iuri Guimarães reproduziram com requinte de detalhes as antigas receitas servidas na Corte do Imperador D.Pedro II . Peru, Carneiro e Salmão, além de finíssimos doces portugueses e franceses são algumas das iguarias que serão harmonizadas com os melhores vinhos e espumantes brasileiros.O mais importante evento anual do Hotel & Spa do Vinho Caudalie receberá hóspedes, convidados, autoridades e imprensa para celebrar a história do Brasil.Um repertório inédito de peças cuidadosamente pesquisadas por renomados músicos será coreografado por 16 casais de bailarinos trajados com magníficos costumes do período do Império.Toda a decoração será histórica, incluindo iluminação com candelabros de cristal e velas, antiguidades restauradas por Luiz Fitarelli e belíssimas máscaras artesanais para os convidados


Hotel & Spa do Vinho Caudalie
Tel: 55 54 2102.7200
Fax: 55 54 2102.7213
Rod. RS 444 km 21 - Vale dos Vinhedos
Bento Gonçalves/RS - CEP: 95.700-000

Leouvê

6º Encontro da Família Madalosso

Posted: 07 Sep 2009 03:41 AM PDT

O Grupo RSCOM proporcionou na manhã de domingo, com o auxílio da tecnologia, um bate-papo entre integrantes da Família Madalosso e o sindaco (prefeito) de Assis, na Itália, Ivano Faoro. As emissoras do grupo acompanham desde as primeiras horas do dia, o 6º Encontro da Família, que ocorre no distrito de Santa Corona, em Caxias do Sul.Na ocasião, os integrantes da família Madalosso agradeceram ao prefeito pelo auxílio disponibilizado a eles na Itália. Foi um momento de emoção, como disse o sindaco.




Quadro do Grito da Independência é obra da imaginação do pintor

Posted: 07 Sep 2009 03:33 AM PDT


Independência ou Morte foi pintado entre 1886 e 1888
(Foto: Reprodução/Wikimedia Commons)

A imagem de D.Pedro I às margens do Ipiranga, montado num cavalo, segurando uma espada e gritando "Independência ou morte!" em meio a uma enorme comitiva é conhecida por quase todos os brasileiros que estudam um pouco da história do país. Mas nem todos sabem que essa cena foi, na verdade, criada por um homem: Pedro Américo, o pintor do quadro "Independência ou Morte", hoje exposto no Museu Paulista (mais conhecido como Museu do Ipiranga), em São Paulo.

A imagem que consagrou o 7 de Setembro é verossímil, mas não relata com exatidão o ocorrido no Dia da Independência. "Foi uma cena produzida pela imaginação do pintor. O próprio Pedro Américo reconheceu que seria impossível fazer uma relação entre a pintura e o episódio. Não apenas porque havia uma grande diferença de tempo [a tela foi pintada em 1888, e a Independência ocorreu em 1822], mas também porque não seria possível reconstituir minuciosamente o acontecido, faltavam relatos", explicou em entrevista ao G1 a historiadora e professora da USP Cecília Helena de Salles, coautora do livro "O Brado do Ipiranga".

As diferenças são significativas. Primeiro, não era comum usar cavalos, mas sim mulas, para fazer o trajeto da Serra do Mar. Os uniformes também eram galantes demais para o tipo de viagem que D. Pedro I estava fazendo. Sua comitiva também nem era tão numerosa - no máximo levava 14 pessoas. "A pintura histórica retrata o episódio de maneira grandiosa, e Américo criou toda uma situação na tela para ressaltar esse aspecto", diz a professora Cecília. D. Pedro I estava voltando a São Paulo quando recebeu documentos vindos de Portugal e, depois de os ler, declarou o Brasil independente.

Pedro Américo se ofereceu para fazer a obra, 66 anos após o grito, e ganhou uma boa quantia pela encomenda: 30 contos de réis - como comparação, em 1888, o governo de São Paulo aplicou 22 contos de réis na área da saúde. Na época, muitos políticos achavam que não seria preciso pedir a alguém de fora para fazer o quadro (Américo já vivia na Itália), mas, como tinha amigos influentes, ele conseguiu a indicação.

Assim que soube que faria a tela, ele veio ao Brasil e fez uma pesquisa histórica intensa. "Ele recolheu todas as informações posssíveis e, com base no que descobriu, nos retratos, nas roupas, objetos de época, ele fez um arranjo da imaginação dele. Sob esse aspecto, a tela é muito criativa, e talvez esteja aí a grande razão pelo qual ela seja tão impactante ainda hoje. A imagem não tem um centro, o centro é um vazio, mas toda a composição está voltada para mostrar um episódio que ninguém viu."

Serviço:
Museu Paulista da USP Parque da Independência, s/n.º - Ipiranga
Tel.: (011) 2065-8000


Giovana Sanchez
Do G1, em São Paulo

7 de setembro - Independência do Brasil

Posted: 07 Sep 2009 03:28 AM PDT


Independência do Brasil: processo histórico culminado com a proclamação de Dom Pedro I

A independência do Brasil, enquanto processo histórico, se desenhou muito tempo antes do príncipe regente Dom Pedro I proclamar o fim dos nossos laços coloniais às margens do rio Ipiranga. De fato, para entendermos como o Brasil se tornou uma nação independente, devemos perceber como as transformações políticas, econômicas e sociais inauguradas com a chegada da família da Corte Lusitana ao país abriram espaço para a possibilidade da independência. A chegada da Família Real Portuguesa ao Brasil foi episódio de grande importância para que possamos iniciar as justificativas da nossa independência. Ao pisar em solo brasileiro, Dom João VI tratou de cumprir os acordos firmados com a Inglaterra, que se comprometera em defender Portugal das tropas de Napoleão e escoltar a Corte Portuguesa ao litoral brasileiro. Por isso, mesmo antes de chegar à capital da colônia, o rei português realizou a abertura dos portos brasileiros às demais nações do mundo. Do ponto de vista econômico, essa medida pôde ser vista como um primeiro "grito de independência" onde a colônia brasileira não mais estaria atrelada ao monopólio comercial imposto pelo antigo pacto colonial. Com tal medida, os grandes produtores agrícolas e comerciantes nacionais puderam avolumar os seus negócios e viver um tempo de prosperidade material nunca antes experimentado em toda história colonial. A liberdade já era sentida no bolso de nossas elites. Para fora do campo da economia, podemos salientar como a reforma urbanística feita por Dom João VI promoveu um embelezamento do Rio de Janeiro até então nunca antes vivida na capital da colônia, que deixou de ser uma simples zona de exploração para ser elevada à categoria de Reino Unido de Portugal e Algarves. Se a medida prestigiou os novos súditos tupiniquins, logo despertou a insatisfação dos portugueses que foram deixados à mercê da administração de Lorde Protetor do exército inglês. Essas medidas, tomadas até o ano de 1815, alimentaram um movimento de mudanças por parte das elites lusitanas, que se viam abandonadas por sua antiga autoridade política. Foi nesse contexto que uma revolução constitucionalista tomou conta dos quadros políticos portugueses em agosto de 1820. A Revolução Liberal do Porto tinha como objetivo reestruturar a soberania política portuguesa por meio de uma reforma liberal que limitaria os poderes do rei e reconduziria o Brasil à condição de colônia. Os revolucionários lusitanos formaram uma espécie de Assembléia Nacional que ganhou o nome de "Cortes". Nas Cortes, as principais figuras políticas lusitanas exigiam que o rei Dom João VI retornasse à terra natal para que o mesmo legitimasse as transformações políticas em andamento. Temendo perder sua autoridade real, D. João saiu do Brasil em 1821 e nomeou seu filho, Dom Pedro I, como príncipe regente do Brasil. A medida ainda foi acompanhada pelo rombo dos cofres brasileiros, o que deixou a nação em péssimas condições financeiras. Em meio às conturbações políticas que se viam contrárias às intenções políticas dos lusitanos, Dom Pedro I tratou de tomar medidas em favor da população tupiniquim. Entre suas primeiras medidas, o príncipe regente baixou os impostos e equiparou as autoridades militares nacionais às lusitanas. Naturalmente, tais ações desagradaram bastante as Cortes de Portugal. Mediante as claras intenções de Dom Pedro, as Cortes exigiram que o príncipe retornasse para Portugal e entregasse o Brasil ao controle de uma junta administrativa formada pelas Cortes. A ameaça vinda de Portugal despertou a elite econômica brasileira para o risco que as benesses econômicas conquistadas ao longo do período joanino corriam. Dessa maneira, grandes fazendeiros e comerciantes passaram a defender a ascensão política de Dom Pedro I à líder da independência brasileira. No final de 1821, quando as pressões das Cortes atingiram sua força máxima, os defensores da independência organizaram um grande abaixo-assinado requerendo a permanência e Dom Pedro no Brasil. A demonstração de apoio dada foi retribuída quando, em 9 de janeiro de 1822, Dom Pedro I reafirmou sua permanência no conhecido Dia do Fico. A partir desse ato público, o príncipe regente assinalou qual era seu posicionamento político. Logo em seguida, Dom Pedro I incorporou figuras políticas pró-independência aos quadros administrativos de seu governo. Entre eles estavam José Bonifácio, grande conselheiro político de Dom Pedro e defensor de um processo de independência conservador guiado pelas mãos de um regime monárquico. Além disso, Dom Pedro I firmou uma resolução onde dizia que nenhuma ordem vinda de Portugal poderia ser adotada sem sua autorização prévia. Essa última medida de Dom Pedro I tornou sua relação política com as Cortes praticamente insustentável. Em setembro de 1822, a assembléia lusitana enviou um novo documento para o Brasil exigindo o retorno do príncipe para Portugal sob a ameaça de invasão militar, caso a exigência não fosse imediatamente cumprida. Ao tomar conhecimento do documento, Dom Pedro I (que estava em viagem) declarou a independência do país no dia 7 de setembro de 1822, às margens do rio Ipiranga.

Por Rainer Sousa
Graduado em História
Equipe Brasil Escola

Battisti quer viver no Brasil, ser escritor e voltar um dia à Itália

Posted: 06 Sep 2009 07:11 AM PDT

O ex-ativista Cesare Battisti, condenado à prisão perpétua na Itália e que em janeiro passado recebeu o status de refugiado do Ministério da Justiça brasileiro, disse acreditar que um dia poderá "voltar à Itália como um cidadão livre". Em entrevista escrita à ANSA, Battisti afirma que -- após o julgamento de seu caso pelo Supremo Tribunal Federal (STF) -- espera ficar no Brasil, "fazendo exatamente o que fazia primeiro no México, depois na França, e também aqui antes de ser preso. Quero retomar minhas atividades de escritor e roteirista". Questionado sobre a possibilidade de retornar à Itália, ele esclarece que gostaria de retornar um dia se fosse anistiado pelo regime italiano. "A Itália é meu país natal, lá estão meus parentes. Não duvido que um dia eu possa voltar à Itália como um cidadão livre". Condenado na Itália à prisão perpétua por quatro homicídios cometidos na década de 1970, quando integrava o grupo Proletários Armados pelo Comunismo (PAC), Battisti permaneceu foragido por quase 30 anos. Ele se refugiou no México e na França, onde foi beneficiado pelo asilo outorgado pelo ex-presidente Francoise Mitterand, antes de vir ao Brasil, onde foi preso em 2007. Desde janeiro passado, após ter recebido do ministro Tarso Genro o status de refugiado político, o ex-militante de esquerda aguarda a decisão do Supremo, que deve analisar seu caso na próxima quarta-feira. Com otimismo, Battisti afirma que "este tempo prolongado tem servido para que os ministros do STF tenham estudado com maior profundidade o caso e, assim, compreendido porquê não fui responsável pelos quatro assassinatos". Revelando que está em seu terceiro romance desde que foi detido, o italiano fala também sobre o regime carcerário e sobre seu companheiro de cela, "que é bem tranquilo, o que me permite continuar a escrever quase todos os dias". Embora as normas do presídio sejam rígidas, "felizmente, posso contar com o apoio externo para cuidar de minha saúde, principalmente, pela hepatite B e diabetes", conta Battisti, que tem recebido a solidariedade de associações sociais e políticas da Itália e também de brasileiros, que enviam cartas, livros e ajudas materiais. Sobre a distensão nas relações entre Itália e Brasil ocasionada por seu caso, o italiano diz não acreditar que "existe tensão diplomática", pois "a amizade que liga estes dois países é forte demais para não resistir a uma simples questão de soberania nacional", enfatiza no texto de três páginas, escrito à mão e em português, da penitenciária da Papuda, em Brasília. A Itália, por sua vez, considera que o parecer do STF ainda é imprevisível. Na última semana, um dos advogados do Estado italiano recordou, em declarações à ANSA, que este caso é de "grande complexidade" e, portanto, o Supremo deverá demorar mais de um dia para tomar sua decisão.



Com informações da Ansa

Papa exorta cristãos ao compromisso político

Posted: 06 Sep 2009 07:00 AM PDT

Viterbo, Itália, 6 Set 2009 (AFP) - O Papa Bento XVI exortou os cristãos a não ter medo de um compromisso político, durante uma missa ao ar livre em Viterbo, cidade ao norte de Roma que foi sede do papado durante 24 anos no século XIII.

"Não tenham medo de demonstrar vossa fé nos diferentes círculos sociais, nas múltiplas situações da existência", declarou.

O Sumo Pontífice recordou ainda a vocação dos cristãos "de viver o Evangelho", destacando que isto corresponde justamente ao "compromisso social, à ação política". A convocação acontece em meio a um clima tenso entre a Igreja italiana e o governo de Silvio Berlusconi, que culminou na quinta-feira com a demissão de Dino Boffo, diretor do jornal dos bispos italianos Avvenire, vítima de ataques reiterados do jornal da família Berlusconi, Il Giornale.

Em artigos no Avvenire, Boffo criticou "a declarada queda (de Berlusconi) pelas jovens atrizes", enquanto a esposa dele, Veronica Lario, acaba de pedir o divórcio alegando um relacionamento entre o marido e uma então menor de idade, Noemi Letizia.

Mas na sexta-feira da semana passada o Il Giornale citou uma sentença de 2004 contra Boffo, por acossar a esposa de um homem com quem teria mantido uma relação homossexual. Apesar do apoio da conferência episcopal, Boffo pediu demissão para acabar com a polêmica. Ao mesmo tempo, Bento XVI também lembrou em Viterbo a tragédia do Holocausto, poucos dias depois de uma cerimônia internacional em Gdansk (Polônia) para recordar o início da Segunda Guerra Mundial.

"Não podemos não recordar os dramáticos fatos que provocaram um dos mais terríveis conflitos da história, que causou dezenas de milhões de mortos".

"Um conflito que viu a tragédia do Holocausto e o extermínio de tantos outros inocentes", completou.

Exposição de orquídeas atrai admiradores ao Jardim Botânico

Posted: 06 Sep 2009 06:56 AM PDT


A exposição no Orquidário do Jardim Botânico atraiu muitos admiradores para ver as preciosidades coloridas (Foto: Aluizio Freire)

A exposição "Orquídeas na Primavera", que este ano homenageia o naturalista britânico Charles Darwin, principal responsável pela publicação da famosa Teoria da Evolução (Origem das Espécies, 1859), atraiu muitos admiradores das preciosidades ao orquidário do Jardim Botânico, na Zona Sul, neste sábado (5). A mostra segue até o dia 7 (segunda-feira).



A exposição ´Orquídeas na Primavera' homenageia o naturalista britânico Charles Darwin (Foto: Aluizio Freire)

O orquidário, que foi adotado pelo designer de joias Antonio Bernardo em 1997, realiza a 15ª edição da mostra que faz parte do calendário oficial da American Orchid Society desde 2008. A exposição reúne diversas espécies das mais variadas orquídeas, com milhares de flores. O público visitante ainda poderá eleger o melhor estande e concorrer a orquídeas que serão sorteadas. Os interessados também poderão participar de um curso de cultivo de orquídeas com Delfina de Araújo e Carlos Manuel de Carvalho. A taxa de inscrição é R$ 60.
G1

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